Nel 1977 sui giornali usciva la pagina di pubblicità progresso con una previsione che si è rivelata attualissima in questi giorni. La campagna sosteneva che «Se andiamo avanti così, tutta l’Italia sarà alluvionata». Uno squarcio di futuro, una Cassandra rimasta inascoltata.
La campagna – oggi reperibile sul sito web della fondazione della Pubblicità progresso – parlava di inquinamento, incuria, deforestazione che non blocca l’acqua che scende a valle. «Abbiamo trasformato l’acqua da una fonte di vita in un nemico».
Si legge:
«Non è una previsione avventata, se si pensa che negli ultimi anni circa la metà dei comuni italiani ha subito in modo più o meno violento, frane, smottamenti, alluvioni. Questo è quanto siamo riusciti a fare per l’acqua. Se piove per pochi giorni l’acqua scorre rovinosamente a valle dalle montagne senza più alberi, sono alluvioni, straripamenti, disastri. Se non piove per qualche settimana è la siccità, il bestiame che rischia di morire, le coltivazioni che inaridiscono».

Un messaggio attualissimo. Effetti e colpe erano già state individuate 46 anni fa. «Basterebbe che le industrie, le città e le comunità osservassero più scrupolosamente le norme anti-inquinamento per evitare la continua degradazione dei corsi d’acqua».
C’period anche uno spot televisivo, condiviso sui social della fondazione:
Si parla di “inquinamento”, oggi sappiamo che dobbiamo intendere “fuel climalteranti” che causano l’effetto serra e derivati dal consumo senza freni dei combustibili fossili, gli indiziati principali del local weather change.
A causa del surriscaldamento globale di origine antropica gli ultimi otto anni sono stati i più caldi registrati finora dall’essere umano. L’Organizzazione mondiale della meteorologia (WMO) ha appena annunciato che i prossimi cinque anni saranno ancora più caldi. «Al 98% di probabilità sarà il quinquennio con temperature più alte mai registrato».

Il nostro Paese si trova al centro di un “hotspot climatico”: la temperatura media del Mediterraneo è salita quasi del doppio rispetto la media globale. In Italia, già oggi, la temperatura è sopra i +2°C rispetto alla media pre-industriale (contro il +1,1°C globale).
Le temperature più alte stanno “tropicalizzando” la Penisola: periodi molto secchi e poi precipitazioni focus in pochissimi giorni. Il cambiamento climatico agisce da moltiplicatore: rende più frequenti e intensi gli eventi meteo estremi. Nell’ultimo anno abbiamo avuto numerose e violenti show del clima che cambia e si sfoga sul nostro territorio fragile e spesso poco curato. Tre trigger che si uniscono e si rafforzano a vicenda.
L’alluvione di Ischia a novembre 2022, 12 morti. A settembre la pioggia sulle Marche, 11 morti. Advert agosto il report di temperatura europea, 48,8°C vicino Siracusa. Il crollo di una parte di ghiacciaio della Marmolada, 3 luglio, 11 morti. Un altro giorno di morte nell’period del collasso climatico.
Eppure, nonostante la scienza non fosse già così chiara, lo avevamo intuito già nel 1977. Da quel giorno lo ripetiamo a ogni tragedia e poi lo dimentichiamo. Ci diciamo ogni volta “questa sarà l’ultima” e invece già sappiamo che non lo sarà mai.