Omicidio di Alice Scagni, i legali del fratello Alberto rinunciano all’incarico: “E’ difficile da gestire”


Non dicono tanto, non spiegano nei dettagli, ma confermano “di avere depositato l’atto al gip”. Maurizio Mascia ed Elisa Brigandì, i difensori di Alberto Scagni, da oggi in poi rinunciano a difendere il 42enne che la sera del primo maggio del 2022 a Genova uccise la sorella Alice con 19 coltellate e che per questo è stato rinviato a giudizio. «Non voglio rilasciare dichiarazioni, ma diciamo che non c’è una linea convergente di difesa con il nostro assistito», si limita a dire Brigandì.

Si fa capire, però che pesa quella vicenda di qualche settimana addietro, quando Alberto a inizio marzo aveva chiesto e ottenuto proprio tramite i suoi legali di essere interrogato dal sostituto procuratore Paola Crispo, titolare dell’indagine sull’omicidio, avvenuto sotto casa di Alice, in by way of Fabrizi, a Quinto. Poi però, davanti al magistrato, ha fatto scena muta. Inoltre, sono di dubbia interpretazione le lettere farneticanti scritte da Alberto e forse non concordate (e non approvate) dagli avvocati.

E’ un colpo di scena non di poco conto, che coglie impreparato anche Fabio Anselmo, che assiste la mamma e il papà di Alberto ed Alice come parte civile nella seconda inchiesta che vede indagati due agenti e un medico della Asl per omissioni. L’avvocato che fu difensore della famiglia di Stefano Cucchi (e che poi è diventato il compagno della sorella Ilaria), conferma di aver saputo dai colleghi della remissione del mandato e di essere stupito. Ma aggiunge. «Alberto è una persona difficile da difendere e gestire, come ha già certificato il perito». Una cosa è certa: l’uomo, accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà, dovrà trovare una nuova compagine difensiva.
 

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